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Francesca Albergo

Café Müller lullaby

Altamura

Carlo Bramanti

Parallasse

Pesaro

Elena Buttinelli

Rituali

Roma

Roberto Capozucca

L'Appuntamento

Civitanova Marche

Elena Buttinelli

Rituali

Roma

Emma Ceccaroni

Tre

Forlì Cesena

Roberto Capozucca

L'appuntamento

Civitanova Marche

Susanna Tomassini

Corpi n.2

Macerata

Susanna Tomassini

Tracce n.4

Macerata

Greta Rolando

Metamorfosi 02

Pietra Ligure

Roberto Capozucca

Volto

Civitanova Marche

Giacomo Ponasso

Due

Rimini

Roberto Capozucca

Ballo degli Ardenti

Civitanova Marche

Andrea Cattaruzza

Synthesizer Speaks

Pordenone

Elena Buttinelli

Rituali

Roma

Andrea Cattaruzza

The Hooks

Pordenone

Susanna Tomassini

Tracce n.3

Macerata

Hangartfest

Il progetto

Pesaro

Carlo Bramanti

Gruppo e assente

Pesaro

Andrea Cattaruzza

An Audition

Pordenone

Emma Ceccaroni

Uno

Forlì Cesena

Antonio Cioffi

Direttore artistico Hangartfest

Pesaro

Emma Ceccaroni

Due

Forlì Cesena

Roberto Capozucca

Ballo degli Ardenti

Civitanova Marche

Lia D'Alessandri

Sospensione 1

Aosta

Andrea Cattaruzza

Volk

Pordenone

Lia D'Alessandri

Sospensione 2

Aosta

Susanna Tomassini

Corpi n.1

Macerata

Lia D'Alessandri

Confine

Aosta

REFRESH!

Spettacolo delle Marche per nuove generazioni

Pesaro

Lia D'Alessandri

Legami

Aosta

Carlo Bramanti

Multipli

Pesaro

Lia D'Alessandri

Passo a due

Aosta

Emma Gabrielli

La danza è l'Ideale

Rimini

Vittoria Paolilli

Mi cerco, sperimento,
Mi conosco /1

Monte San Vito

Emma Gabrielli

La danza è l'Ideale

Rimini

Vittoria Paolilli

Mi cerco, sperimento,
Mi conosco /2

Monte San Vito

Emma Gabrielli

La danza è l'Ideale

Rimini

Elena Buttinelli

Rituali

Roma

Emma Gabrielli

La danza è l'Ideale

Rimini

Giacomo Ponasso

Uno

Rimini

Vittoria Paolilli

Mi cerco, sperimento,
Mi conosco /3

Monte San Vito

Elena Buttinelli

Rituali

Roma

Vittoria Paolilli

Mi cerco, sperimento,
Mi conosco /4

Monte San Vito

Emma Gabrielli

La danza è l'Ideale

Rimini

Giacomo Ponasso

Tre

Rimini

Claudia Riccardi

Coordinatrice progetto

Pesaro

Giacomo Ponasso

Quattro

Rimini

Greta Rolando

Equilibrio 02

Pietra Ligure

Giacomo Ponasso

Cinque

Rimini

Greta Rolando

Movimenti contrastanti

Pietra Ligure

Greta Rolando

Equilibrio -1

Pietra Ligure

Susanna Tomassini

Corpi n.3

Macerata

Greta Rolando

Ohad Naharin

Pietra Ligure

Greta Rolando

-

Pietra Ligure

Greta Rolando

Danza del filo

Pietra Ligure

Greta Rolando

Cerchio di ballo

Pietra Ligure

Greta Rolando

Collage 01

Pietra Ligure

Matteo Savioli

Percorso

Rimini

Matteo Savioli

Percorso

Rimini

Matteo Savioli

Percorso

Rimini

Matteo Savioli

Percorso

Rimini

Ginevra Scipioni & Riccardo Saraceni

Dance of Life

Jesi

Susanna Tomassini

Tracce n.1

Macerata

Roberto Capozucca

L'appuntamento

Civitanova Marche

Roberto Capozucca

Volto

Civitanova Marche

Susanna Tomassini

Tracce n.2

Macerata

Lia D'Alessandri

Frammento

Aosta

Daniela Rimei

AMAT

Pesaro

Gloria De Angeli

Incontri sul linguaggio della danza

Pesaro

TRATTI IN MOVIMENTO è un progetto di sensibilizzazione del pubblico ideato da Hangartfest e realizzato in collaborazione con ISIA Urbino, AMAT e Proartis. Il progetto, risultato tra i vincitori del bando REFRESH! Lo spettacolo delle Marche per le Nuove Generazioni a cura del Consorzio Marche Spettacolo, vede coinvolti gli studenti dell’ISIA di Urbino - corsi Triennio, Editoria e Illustrazione - con l’obiettivo di avvicinarli al teatro e approfondire il mondo della danza contemporanea, incoraggiandoli a considerare le arti performative come fonte perpetua di ispirazione. Il progetto unisce alla visione di spettacoli dal vivo e online incontri di approfondimento sulla materia a cura di esperti di danza. Le suggestioni, le immagini, le sensazioni catturate dagli studenti durante la visione degli spettacoli verranno da essi elaborate e restituite sotto forma di illustrazioni, di tratti in movimento. Con la supervisione di Jonathan Pierini, Direttore di ISIA Urbino, e di Antonio Cioffi, Direttore artistico di Hangartfest, il lavoro dei partecipanti è stato curato da Gloria De Angeli, dottoressa in Discipline Teatrali e Danzaeducatrice®, e coordinato da Claudia Riccardi.
Francesca Albergo
Carlo Bramanti
Elena Buttinelli
Roberto Capozucca
Andrea Cattaruzza
Emma Ceccaroni
Lia D'Alessandri
Emma Gabrielli
Vittoria Paolilli
Giacomo Ponasso
Greta Rolando
Matteo Savioli
Ginevra Scipioni & Riccardo Saraceni
Susanna Tomassini
Daniela Rimei
Antonio Cioffi
Claudia Riccardi
Gloria De Angeli
Hangart Fest
Refresh!

La prima volta che ho visto Café Müller ne sono rimasta ipnotizzata. Misteriosi gesti reiterati che toccano le corde della memoria sulle tragiche note di Purcell. Ho subito pensato che quello che stavo guardando potesse in qualche modo somigliare a un carillon. Un oggetto dell’infanzia che non ho mai smesso di amare e che, come questo ed altri spettacoli di Pina, fa leva sulla ripetizione infinita di un movimento e di una melodia mentre la mente di chi guarda e ascolta vive di visioni e viaggia nel passato. È ricorrente nella storia del carillon la presenza della figurina di una ballerina classica in tutù. Io ho immaginato carillon che andassero oltre i confini dell’immaginario tradizionale e che rispecchiassero l’esperienza magica che avevo fatto guardando performances di danza contemporanea. Ne ho prototipato uno ispirato proprio a Café Müller. Soltanto dopo ho scoperto a cosa fosse effettivamente ispirato questo spettacolo: i ricordi di infanzia di Pina. Suo padre a lavoro nel suo Café in Germania dopo la seconda guerra mondiale.

Il nostro corpo e il suo movimento in relazione con il corpo e il movimento degli altri. Il corpo di un gruppo e il suo movimento in relazione all'assenza di un singolo. Le reti di relazioni, la spinta opposta. Tracciare una linea dritta ma non ci sono linee dritte, e non c'è simmetria. Due punti creano tensione e ogni punto aggiunto la allenta. L'equilibrio è un costante riequilibrarsi. Il segno e il movimento sono separati da una dimensione, il tempo. Per questo motivo non dialogano fra loro ma si raccontano a vicenda.

A prescindere dallo stile, dal luogo, dal ritmo, dal tempo, la danza è un archetipo espressivo che appartiene a tutte le culture. Pratica aggregante, simbolica, spirituale porta con sé la storia dei popoli, le loro credenze, il loro carattere. Ed è così che i gesti, i colori, la mimica, il ritmo diventano tasseli dell'indentità culturale.

Essendo il movimento del corpo la forma più naturale ed antica di espressione, possiamo affermare che la pittura, al contrario, è quella più costruita e ragionata, capace di imprigionare il singolo istante. In questa serie di illustrazioni, all’immobile incomunicabilità delle opere del pittore tedesco Anton Räderscheidt sono sovrapposti grafici e partiture di movimento. Questo incontro, o meglio questo appuntamento, crea un’imperfetta coniugazione.

(non ha mica importanza sapere di chi è la faccia, la maschera; l’importante è la sollecitazione, ciò che sviluppa in chi guarda; e se chi guarda si chiede soltanto “di chi è quella faccia?” allora, è ancora lontano, molto lontano, lontanissimo).

È la sera del 28 Gennaio 1393, ci troviamo a Parigi, alla corte di Carlo VI, noto anche come il “Re Pazzo”. La moglie, Isabella di Baviera, ha organizzato un ballo per intrattenere il giovane sovrano, che nell’estate precedente aveva iniziato a dare segni di instabilità mentale. Nel bel mezzo della festa irrompono sei persone travestite da “uomini selvatici”. Sotto una folta peluria di piume d’oca si nascondono il Re Carlo e cinque suoi amici membri della nobiltà francese. Per applicare le piume ai loro corpi sono ricorsi ad una ampia quantità di pece, materiale altamente infiammabile, motivo per cui hanno raccomandato ai maggiordomi di spegnere ogni torcia nella sala. Il ballo provoca l’ilarità del pubblico, fino all’arrivo del fratello del re, Luigi d'Orléans, che ubriaco e del tutto ignaro di quel che sta accadendo si fa largo con la sua torcia; in un attimo, i sei travestiti da selvaggi prendono fuoco. Il Re si salva trovando rifugio sotto la gonna della zia Giovanna II d'Alvernia, un’altro si tuffa nella tinozza dove vengono tenuti in fresco i vini, mentre i restanti quattro muoiono tra gli strazi delle fiamme. La vicenda viene ricordata come “Bal des Ardents”, ballo degli ardenti.

Corpo, Movimento, Spazio e Suono sono quattro elementi che caratterizzano uno spettacolo di danza, i quali si relazionano e compensano reciprocamente andando così a determinare, a seconda del tipo di relazione e qualità, la natura stessa di uno spettacolo di danza. Synthesizer Speaks, Volk, The Hooks, An Audition (rispettivamente il Suono, il Corpo, il Movimento e il Suono) vogliono rappresentare ciascuno di questi elementi analizzati singolarmente e rappresentati attraverso associazioni sensoriali e percettive, trasformando, traducendo e sintetizzando singoli elementi in diverse forme visive come un segno, una macchia o una forma specifica, in modo tale da rimandare allo spettatore la sensazione di uno spettacolo di danza.

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La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento

Confucio consigliava di “mai dare una spada ad un uomo che non sappia danzare. La danza è l’ideale. Non bisognerebbe dare una spada a persone che non siano in grado di affrontare la vita e i suoi movimenti. Nessuno dovrebbe ricevere una spada prima di aver trovato la forza necessaria a ballare scioccamente in pubblico, sottostando agli sguardi critici di chi lo circonda. La danza è l’ideale. Un uomo cui dovesse venir data una spada prematuramente non sarà mai in grado di sentire la musica, e un uomo sordo con una lama mortale tra le mani è un uomo a cui è pericoloso stare vicini, che sia un amico o meno.” Le spade e la danza sono spesso accostate in balli tipici o rituali. Si tratta di discipline che prevedono un grande controllo sul corpo e sulla gestualità, in cui ogni movimento ha una conseguenza: c’è qualcosa di letale e affilato nel corpo in movimento e nella spada anche solo disegnata. Questi i ragionamenti che mi hanno portato alla scelta di realizzare un foulard - convinta dalla ritmicità e dalla ricchezza dei pattern che vengono preferiti per questo tipo di oggetto. In questo caso ho utilizzo delle spade disegnate su delle carte da gioco soffermandomi sui design più interessanti, che finiscono per confondersi le une con le altre diventando quasi una danza in cerchio che muta col soffiare del vento. Le spade si piegano assecondando le pieghe della stoffa diventando molli e fluide, ma senza mai smettere di essere spade.

Il corpo umano quando danza è un fascio di muscoli in contrazione, espansione, distensione e rilassamento che avvolgono la gabbia toracica, e numerosi muscoli del corpo. La danza però non è basata solo sulla struttura del movimento. Vi è anche un profondo studio dell’anatomia e sopratutto un “flusso” che collega tutte le nostre azioni. Un riflusso di energia che proiettata il movimento del corpo attraverso il battito cardiaco e il respiro. Questo flusso permette al danzatore di trasporre metaforicamente elementi della realtà, il tutto aggiungendoci determinati sentimenti ed emozioni. Le illustrazioni “percorso” sono una sintesi dei movimenti del danzatore, un percorso evolutivo che passano da posizioni semplici, fino ad arrivare al contorcimento. Rimandando il tutto ha elementi della vita reale, tipo il volo degli uccelli o il racchiudersi delle vongole. Il flusso e la metafora della danza, per quanto inusuali possano apparire insieme, rappresentano entrambi un linguaggio di comunicazione visivo.

"if someting exists outside of what is lived and experienced, that must be the dance of life"

Astrarre è il processo per cui un fenomeno, un movimento, un immagine facilmente rappresentabili dai medium più svariati vengono resi difficilmente comprensibili. Questo si traduce spesso nell’uso di segni, colori e suggestioni che non rimandano immediatamente all’immaginario o all’iconografia da cui provengono. La danza attua un processo simile, nel quale concetti, emozioni, eventi e rappresentazioni vengono ricreati sotto forma di movimenti che non sempre hanno una chiara correlazione visiva con ciò che vogliono illustrare. Ricreare una situazione o uno stato d’animo che conosciamo o con cui abbiamo tutti avuto esperienza diventa sempre più difficile man mano che la rappresentazione si allontana dalla figurazione. Personalmente ho sempre visto la danza come un affascinante processo fisico di cui solo il coreografo è a conoscenza, e con doti quasi alchemiche crea un codice segreto in cui una serie di movimenti esprimono qualcosa che solo alcuni sanno tradurre. Altrimenti si chiamerebbe mimo, e non serve certo un alchimista per decifrarlo.

Ho sempre vissuto e concepito la danza non solo come mezzo di espressione del corpo in movimento, ma anche di una carica emotiva talvolta nascosta. Nelle sale prova, sul palco spingi te stessa oltre i limiti e tramite questo esercizio di elasticità finisci con conoscerti sempre più in profondità. La danza risveglia qualcosa di primordiale, di sopito e potente che riempie il teatro ed è proprio tramite questo processo che ogni individuo si ricongiunge con una sua caratteristica imprescindibile: essere anche animale. Da questa riflessione nasce la serie Mi cerco, sperimento, mi conosco, realizzata per l’evento dedicato alla danza contemporanea HangartFest.

Danza come movimento del corpo, ma non solo. La danza come movimento dell’interiore, essa è scoperta e sorpresa portando l’uomo a una costante ricerca.

Il movimento è uno degli elementi primari della danza, tramite di esso il corpo si esprime, parla, quasi scrive. Il movimento è anche alla base di un altro linguaggio: il disegno. Cosa è il disegno se non, per prima cosa, memoria del movimento? Questo esperimento grafico nasce come esplorazione del terreno comune tra le due discipline. Il movimento è genitore del segno, il segno è memoria del movimento.

Questo esperimento grafico nasce come riflessione sul corpo, limite e porta tra noi e l'esterno. Il corpo è esteriorità, strumento per immergersi e comunicare con il mondo e con gli altri, soglia invalicabile ma malleabile. Danzare è una maniera per diventare, tramite il corpo, parte del fuori, è espressione dell'interno e esplorazione dell'esterno.

AMAT si impegna da sempre nella sperimentazione formativa, alla ricerca di strategie di apertura in grado di tracciare percorsi di ragionamento intorno alle arti performative e alla cultura. Tratti in Movimento risponde a questa vocazione perché se è vero che quello dello spettatore è un “lavoro”, come spiega Bernard Dort nel suo La représentation emancipée (1988), lo spettacolo è una polifonia significante aperta all’interpretazione ed è proprio attraverso progetti speciali come questo che la ricerca di senso, il “lavoro” dello spettatore, si rende tangibile. Non solo, l’esperienza, nel suo farsi segno, diventa in grado di offrire nuovo nutrimento all’immaginazione di chi lo spettacolo lo ha creato e al contempo costruisce la memoria di un evento irripetibile. Se “Audience development”, come lo definisce il Maestro Simon Rattle, “means creating a love affair between arts and audiences”, progetti come questo rendono possibile un tale innamoramento.

Poco prima che esplodesse la pandemia, nel rispondere all’invito lanciato dal CMS Consorzio Marche Spettacolo – dal titolo REFRESH! Lo spettacolo delle Marche per le nuove generazioni – individuammo subito che l’asse d’azione che più ci stimolava era quello della formazione del pubblico. Iniziammo allora a domandarci come avremmo potuto ideare un’iniziativa innovativa, diversa da quelle che già stavamo mettendo in atto e capace di affiancarsi in modo costruttivo ai progetti sulla sensibilizzazione dello spettatore attivi nel contesto di Hangartfest.Già da diversi anni, infatti, stavamo lavorando a programmi che tendevano a coinvolgere lo spettatore nella fruizione attiva e consapevole dello spettacolo e delle arti performative. Avevamo dato vita a percorsi rivolti a giovani allievi di danza incentivando la loro parte più creativa e attivato programmi rivolti al pubblico adulto, come "Explorer" e "Occhi da Marziani", progetti che si sviluppavano su linee parallele ma, alla fine, convergenti. Sicché, con l’intento di attuare un progetto di sensibilizzazione che prevedesse iniziative di qualità e innovative, ci siamo messi a guardare alle cose da una prospettiva diversa e la curiosità ci ha portati a chiederci come potesse essere vista e concepita l’arte della danza da giovani creativi dallo sguardo sensibile, dagli occhi di chi era già, per sua natura, attratto dalla bellezza e incline ad attingere al proprio mondo interiore.

Un anno fa i miei colleghi di Hangartfest ed io rispondevamo all’appello lanciato dal CSM Consorzio Marche Spettacolo ad aderire al bando REFRESH! – Lo spettacolo delle Marche per le nuove generazioni proponendo il progetto Tratti in Movimento, il quale aveva come ambito d’azione principale quello della formazione del pubblico. Appresi con molta gioia e soddisfazione che la nostra proposta era stata accolta e fui subito impaziente di dare inizio ad un percorso di unione tra le arti dello spettacolo, nello specifico la danza contemporanea, e le arti visive, nelle sue declinazioni dell’illustrazione e della grafica. Uno dei fattori che maggiormente accendeva e stimolava la mia curiosità era la consapevolezza che i destinatari del progetto fossero gli studenti della scuola di progettazione grafica e comunicazione visiva ISIA Urbino, della quale avevo avuto il piacere di conoscere il lavoro, la qualità e la professionalità attraverso i racconti di alcuni cari amici, ex allievi dell’Istituto. A gennaio, dunque, gli sviluppi del progetto apparivano chiari e semplici. I partecipanti avrebbero avuto modo di avvicinarsi alla danza contemporanea assistendo a diversi spettacoli dal vivo in alcuni teatri della Provincia di Pesaro e Urbino, scoprendo allo stesso tempo il territorio e parte del suo vasto patrimonio.

“Devi amare la danza per restarle fedele. Non ti restituisce nulla, nessun manoscritto da conservare, nessun dipinto da mostrare sui muri e magari appendere nei musei, nessuna poesia da stampare e vendere, nient'altro che quel singolo fugace momento in cui ti senti vivo”. Alla luce di questa dichiarazione che Merce Cunningham, coreografo e danzatore americano, innovatore del linguaggio della danza contemporanea del XX secolo, rilascia in uno dei suoi testi, è difficile immaginare come la danza possa entrare in relazione con illustrazioni e progetti grafici. Come si può “catturare” la danza, fissarla in segni, tratti e colori, a fronte della sua sostanziale irrappresentabilità? La richiesta di realizzare delle illustrazioni, che diventeranno oggetto di una mostra e di un catalogo, può sembrare una sfida tra codici comunicativi, “soprattutto in un momento in cui le ramificazioni estetiche della non-danza mettono in discussione i canali di trasmissione di questa storia immateriale” . In realtà, lo scopo del progetto Tratti in movimento è quello di creare opere che vanno oltre la mimesi del gesto, afferrando il corpo danzante per inventare nuove manifestazioni plastiche. La storia delle arti ci racconta che gli ambiti della danza e delle arti visive, per loro stessa natura, si sono spesso influenzate a vicenda, “essendo la vita stessa il punto focale di interesse degli artisti di entrambe le discipline”.

HANGARTFEST è un’associazione culturale che si pone per obiettivo la promozione della danza contemporanea quale linguaggio, ambito di ricerca e sperimentazione, nonché lo sviluppo della vita culturale nella città di Pesaro e sul territorio regionale. La sua principale attività è la realizzazione dell’omonimo festival di danza contemporanea, che si rivolge alle nuove generazioni di coreografi e performer indipendenti attivi sulla scena nazionale e internazionale. La manifestazione si articola in spettacoli, produzioni, conferenze, installazioni, laboratori, residenze creative, rassegne video e programmi di sensibilizzazione degli spettatori. Il Festival, di cui si è svolta la XVII edizione nel 2020, gode del riconoscimento e del sostegno del MIBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Marche e del Comune di Pesaro. Sede del Festival è l’ex chiesa di S. Maria Maddalena (Vanvitelli, 1749), che dopo anni di abbandono e chiusura, riapre alla comunità diventando Teatro Maddalena, spazio dedicato alle arti performative. Per la sua attività di promozione della danza e di valorizzazione dei beni culturali, ad Hangartfest è attribuito il riconoscimento dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 promosso dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea.

Il Consorzio Marche Spettacolo, grazie al sostegno della Regione Marche e con il plauso dei suoi Aderenti, nel Piano Strategico 2019, finalmente, riattiva il progetto REFRESH! Lo spettacolo delle Marche per le nuove generazioni (l’ultima edizione risaliva al 2015). La Call invita i Consorziati a presentare iniziative che rivolgano una particolare attenzione ai giovani, siano essi artisti, professionisti dello spettacolo o spettatori da formare e chiede di sviluppare sinergie progettuali e operative, creando dialogo e scambio tra generi diversi (teatro, musica, danza, circo contemporaneo); altresì, chiede di integrare gli specifici ambiti di intervento (produzione, promozione e formazione) di ciascun consorziato partecipante. Più nello specifico, REFRESH! si prefigge tre obiettivi: incentivare il coinvolgimento delle nuove generazioni nella fruizione e nella partecipazione alle arti performative, facilitare la mobilità dei giovani artisti e delle giovani professionalità dello spettacolo e, infine, puntare alla formazione del pubblico giovane.

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